DA SAPERE


APOSTOLATO DELLA PREGHIERA


APOSTOLATO

DELLA

PREGHIERA

 

  L'Apostolato della Preghiera nacque, come intuizione e come proposta, a Vals presso Le Puy, in Francia, il 3 dicembre 1844, ad opera del P. Francesco Saverio Gautrelet S.I per degli studenti gesuiti; si diffuse subito al di fuori dello scolasticato di Vals; il P. Gautrelet avviò una piccola organizzazione denominata Apostolato della Preghiera, che fu approvata dal vescovo di Le Puy e successivamente dai Papi, a cominciare da Pio IX; ma la divulgazione dell'Apostolato della Preghiera nel mondo si deve al P. Enrico Ramière S.I., il quale ne sviluppò la dottrina e la diffusione. Nel 1861 nacque, in Francia, il primo "Messaggero del Cuore di Gesù", imitato ben presto da pubblicazioni simili in molti Paesi; nell'anno della morte del P. Ramière (1883) l'AdP aveva già 35.000 Centri con più di 13 milioni di iscritti; oggi l'Apostolato della Preghiera è presente in tutto il mondo ed ha almeno 45 milioni di iscritti; si calcola che un centinaio di milioni di persone pratichino l'Offerta quotidiana della giornata. L'AdP è un'associazione pubblica di fedeli e ha avuto diversi Statuti; quelli in vigore sono stati dati da Paolo VI nel 1968, "secondo la dottrina e lo spirito del Concilio Vaticano II".  L'AdP è una scuola di santità; ci aiuta a "fare un cammino di fede"; perché ci fa vivere il Battesimo, e l'Eucaristia nello spirito del sacerdozio comune dei fedeli. L'AdP propone tre impegni fondamentali e progressivi: l'Offerta quotidiana; la Consacrazione; la Riparazione tutto questo, nel quadro della spiritualità del Cuore di Gesù. Il metodo della capillarità (animatori, Biglietti Mensili, rete di contatti regolari/mensili) fa dell'AdP uno strumento valido per una Nuova Evangelizzazione e per il rinnovamento profondo delle parrocchie nel senso del Concilio Vaticano II; la formazione all'esercizio dell'apostolato. Le intenzioni mensili, del Papa e dei nostri Vescovi, ci orientano a "sentire con la Chiesa" e sono finestre aperte sui problemi attuali del mondo; esse ci aiutano ad agganciare la nostra vita spirituale alla realtà delle "gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono..."(GS 1); di più: mobilitando intorno a questi problemi la preghiera e l'offerta di tanti milioni di persone, le intenzioni mensili hanno un grande valore di impetrazione. L'AdP propone a tutti i cristiani di collaborare all'opera redentrice   di Gesù con la preghiera e l'offerta della giornata. Essendo diffuso il mondo, tra persone di ogni età e condizione,  l'AdP tende a creare un processo cristiano di globalizzazione.

 


Benefici e legati notarili per la chiesa parrocchiale S. Andrea Apostolo e per le altre cappelle

(“Frammenti di storia locale” a cura di Pino Campomaggiore)

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Nei tempi passati e precisamente nel periodo che va dalla metà del 1400 fino alla metà del 1600  la chiesa di S. Andrea Apostolo e le altre cappelle di Capodrise possedevano molti beni perché i lasciti di cui beneficiavano erano numerosi. Da un istrumento del 11/2/1442 si rileva che il benestante Nardo Fusco istituì un beneficio parrocchiale sotto il titolo di S. Maria Assunta. Il Fusco possedeva molti beni in un determi¬nato luogo del casale che in seguito venne denominato "luogo Casa Fusco". Nel 1482 su incarico del vescovo di Caserta Mons. Giovanni de Leone de Galluccio fu redatto l'inventario di tutti i beni mobili ed immobili appartenenti alla chiesa principale di S. Andrea Apostolo e alle altre cappelle poste nel territorio di Capodrise. L'elencazione fu fatta su segnalazione di alcuni uomini benestanti del casale i quali, sotto giuramento, in presenza del notaio e del parroco, dichiararono quanto era di loro conoscenza circa i beni che la chiesa e le altre cappelle possedevano e dove gli stessi si trova¬vano. Dal verbale risulta che la chiesa parrocchiale possedeva terreni in vari luoghi: la Viola, S. Maria degli Angeli, S. Lucia, S. Rufino, S. Pietro, S. Silvestro, all'Ospedale e poi S. Antonio Abate. Con testamento del notar di Capodrise Giovan Felice di Filippo del 1607 don Oratio Piccolella lasciò due moggia di terra e una casa alla cappella S. Maria delle Grazie. Con istrumento rogato dal notar Antonio d'Ambrosio di Caserta nel 1613 don Michelangelo Marcello fondò l'altare di S. Maria  degli  Angeli detto di San Giuseppe, ius patronato  della famiglia Marcello. Con atto del notar Giovan Felice di Filippo del 1617 Mattia Micillo assegnò un terreno alla congrega di San Marco Evangelista. Con le entrate derivanti da alcune moggia di terreno site in luogo "viola”, donate dall'abate don Giovanni Pietro Micillo con istrumento del 1624, la beneficiaria congrega di San Marco Evangelista doveva provvedere a sovvenzionare quattro maritaggi all'anno in questo modo: primo, secondo e terzo anno alle ragazze povere di Capodrise, quarto anno a quelle di Recale, al quinto anno le entrate rimanevano disponibili per la congrega. Con istrumento del notar Salvatore Zarrillo del 1628 furono poste in possesso dei parroci don Giovanni Antonio Valentino e don Giovanni Paolo Bottone due moggia di terra e la casa lasciate da don Oratio Piccolella alla cappella S. Maria delle Grazie. Nel 1646 troviamo un atto in cui Giacomo di Desiderio dona alla congrega di S. Marco una bottega in “luogo Olmitello”. Da un istrumento rogato per mano del notar di Capodrise Francesco Antonio di Filippo circa l’anno 1652 troviamo un legato di Giovanni Aniello Zarrillo con il quale lasciò alla cappella S. Maria delle Grazie moggia due di terra con obbligo di celebra¬re una messa la settimana in detto altare. Ed infine tra gli obblighi della venerabile cappella di San Marco vi era il legato istituito nel 1663 per messe dodici ogni anno e quello di messe al principio del mese di maggio. Attualmente la Parrocchia non gode più di alcun beneficio; dopo la revisione del Concordato del 1984, tutto è stato acquisito dall’Ente sostentamento clero della Diocesi.